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Abitudini Alimentari non propriamente salutari e fattori di Rischio per il Cancro al Seno.

Oggi ho scelto un argomento molto leggero, facebook mi ha ricordato che mi sono laureata esattamente 3 anni fa e visto che per la tesi, assi...



Oggi ho scelto un argomento molto leggero, facebook mi ha ricordato che mi sono laureata esattamente 3 anni fa e visto che per la tesi, assieme all'unita clinica operativa di anatomia e istologia patologica dell'ospedale universitario di Trieste, che ringrazio ancora per l’esperienza interessantissima e l’aiuto.
Avevamo fatto questo studio sui fattori di rischio per il cancro alla mammella soffermandoci sul ruolo delle abitudini alimentari.

 

Il Cancro alla mammella è una formazione di tessuto costituito da cellule che crescono in modo incontrollato e anomalo all’interno della ghiandola mammaria. Negli ultimi decenni l’incidenza di tumore alla mammella si è notevolmente intensificata. I cambiamenti dello stile di vita e l’allungamento della vita stessa potrebbero essere i principali fattori di questo incremento. È quindi necessario dare molta importanza alla prevenzione.

 

 Il tumore al seno colpisce 1 donna su 8 nell'arco della vita. Ãˆ il tumore più frequente nel sesso femminile e rappresenta il 29 per cento di tutti i tumori che colpiscono le donne. Risulta la prima causa di mortalità per tumore nelle donne. 

Esistono due tipi di fattori di rischio per l'insorgenza del cancro: quelli non modificabili, come il sesso, un particolare assetto genetico e l'età, e quelli modificabili, legati per esempio allo stile di vita. Lo scopo della prevenzione primaria è quello di ridurre l'incidenza del cancro tenendo sotto controllo i fattori di rischio modificabili e aumentando la resistenza individuale a tali fattori. In altre parole, si tratta di ridurre la probabilità che compaia un tumore.

Il legame tra stili di vita e carcinoma della mammella è ancora oggetto di discussione per le numerose variabili coinvolte. Questo studio cerca di valutare il ruolo dell’alimentazione nello sviluppo della patologia mammaria in una coorte di donne nell’area di Trieste che è nota per l’alta incidenza di tumore al seno.

Lo studio è stato condotto su un campione della popolazione femminile triestina di età compresa tra i 50 e 69 anni: 714 donne sane (controlli) e 387 donne con carcinoma al seno (istologicamente confermato). Ad entrambi i gruppi è stato somministrato un questionario, precedentemente testato e validato, riguardante l’indice di massa corporea e alcune abitudini alimentari: il consumo di verdure, frutta, carne rossa e carne bianca, pesce, olio extravergine d’oliva e latte, latticini e formaggi. Le variabili sono state analizzate in modo univariato e multivariato.

Passiamo all’ ANLISI UNIVARIATA delle VARIABILI iniziando dal bmi e variazioni del peso

È noto dalla letteratura che l’eccesso di adiposità, rappresentato dall’indice di massa corporea è fortemente associato all’aumento dell’incidenza per il cancro al seno.

Non abbiamo riscontrato differenze statisticamente significative per quanto riguarda il BMI tra i casi rispetto ai controlli:

 il valore del BMI analizzato è stato calcolato al momento dell’intervista e quindi non tiene conto della variazione ponderale eventualmente presente nel tempo prima dell’intervista.

Sono fondamentali 2 domande 1 DA QUANTI ANNI HA QUESTO PESO; 

2) RISPETTO AL PASSATO È DIMAGRITA/STABILE/INGRASSATA

Nella prima Tabella sono illustrate le analisi della stabilità del peso negli ultimi 5 anni delle donne oggetto di studio. Come si può vedere, le donne che hanno avuto diagnosi di carcinoma avevano il peso stabile solo da un anno rispetto alle donne sane e tale differenza è risultata statisticamente significativa.

Abbiamo riscontrato una maggior variabilità di peso nelle donne con tumore rispetto alle donne sane.

Le donne con cancro della mammella risultano più ingrassate nell’ultimo anno rispetto ai controlli

Il nostro studio evidenzia che il consumo di CARNE ROSSA è fortemente associato al rischio di tumore al seno e il rischio aumenta al crescere del numero di porzioni Consumate.

I dati trovano spiegazione nella letteratura in quanto la carne contiene grassi saturi, colesterolo, ferro eme, che possono promuovere infiammazione e spesso anche componenti cancerogeni, come ad esempio le ammine eterocicliche e gli idrocarburi policiclici aromatici, che si formano durante la cottura o il processamento della carne; inoltre la carne sembra aumentare la produzione di ormoni, i quali aumentano il rischio di cancro al seno.

Anche il consumo di CARNE BIANCA è associato al rischio di tumore al seno, ma in modo meno evidente rispetto alla carne rossa: solo il consumo di almeno 3 o più porzioni di carne bianca alla settimana, rispetto al non consumarla, è un fattore di rischio al limite della significatività statistica.

Per quanto riguarda il LUOGO DI CONSUMO DEI PASTI PRINCIPALI
è dimostrato che la dieta occidentale influisce negativamente sulla salute degli individui perché si basa perlopiù su cibi industriali ad alto indice glucidico e lipidico, e quindi ricca di calorie. È concettualmente ipotizzabile che i pasti preparati in casa siano più salutari rispetto a quelli fuori casa, pertanto è stato chiesto alle donne il luogo dove consumano i loro pasti.

Come si può vedere dalla tabella, non risultano differenze significative per quanto riguarda il luogo dove vengono consumati pasti principali tra casi e controlli. Questo dato sembra indicare che nel nostro campione di donne la scelta della qualità dell’alimentazione è simile in casa e fuori casa.

CONDIMENTI
L’evidenza scientifica sostiene che i grassi nella dieta, sia in termini di quantità che qualità, possono essere implicati nello sviluppo del cancro, positivamente o negativamente.  In generale l'EVOO è riconosciuto come un alimento potenzialmente chemiopreventivo.

Nel nostro studio tuttavia non risultano differenze significative per quanto riguarda il tipo di condimento usato nei pasti principali. Dal mio personale punto di vista anche se parliamo sempre di olio extravergine d oliva troviamo olio e olio, perché quello che costa 3 euro non penso sia paragonabile a quello di 15

PESCE
Il ruolo del consumo di pesce in relazione al rischio di tumore al seno è ancora oggetto di discussione.Non ci sono differenze statisticamente significative nel consumo settimanale di pesce tra casi e controlli (p=0.28).

UOVA
L’evidenza scientifica suggerisce che il consumo di uova, per l’elevato contenuto di colesterolo e di colina, potrebbe essere implicato nell’eziologia del cancro correlato agli ormoni sessuali. Ad ogni modo, la relazione tra il consumo di uova e cancro non è ancora chiara Nel nostro studio non risultano differenze significative tra casi e controlli. Questo risultato sostiene quindi l’ipotesi che il consumo di uova non influisce sul rischio di sviluppare un cancro al seno.

 Le VERDURE
si sono rivelate protettive per il cancro al seno in modo consistente. Esiste un’evidenza sperimentale sui meccanismi d'azione dei fattori protettivi per il cancro nella frutta e nella verdura; questi includono l'effetto scavenger dei polifenoli sull'attivazione degli agenti mutageni e cancerogeni, la rimozione dei radicali liberi da parte dei carotenoidi, l'effetto antiossidante di molti composti quali l'acido ascorbico e i polifenoli

 consumare almeno 1 porzione di verdura al giorno è già un fattore protettivo per il tumore al seno rispetto a consumarla saltuariamente e tale protezione aumenta all’aumentare del consumo di porzioni.

 Anche per il consumo di FRUTTA, ci sono differenze statisticamente significative per quanto riguarda il consumo giornaliero

il consumo di più di 2 litri di LATTE alla settimana risulta essere un fattore di rischio significativo rispetto a chi non consuma o consuma un quantitativo limitato (<1 litro) di latte.
Sembra che il consumo di latte latticini e formaggi sia associato al rischio di tumore mammario

Dall’analisi multivariata rimangono confermati come fattori di rischio:

-il consumo eccessivo di carne

-il consumo eccessivo di formaggi/latte/latticini

Come fattori protettivi invece troviamo:

-il consumo giornaliero di verdura

-il mantenimento del peso forma nel tempo

LIMITI :

· Difficoltà nel comprendere le quantità consumate di alcuni alimenti in modo preciso, in quanto le porzioni sono soggettive; 

· I questionari non sono sempre stati sottoposti alla stessa maniera, alcuni autocompilati e altri sottoposti sottoforma di intervista; questi ultimi risultano decisamente migliori.

Le PROSPETTIVE FUTURE di 3 anni fa alle quali probabilmente il team avrà già provveduto erano: 

· Migliorare i questionari anamnestici per rilevare i dati in modo ancora più preciso;

· Dividere le donne nel campione in premenopausa da quelle in postmenopausa;

· Stratificare i vari fattori in base alla suddivisione dei casi per caratteristiche molecolari, allo scopo di valutare il loro impatto sull’aggressività del tumore.

 

CONCLUSIONI

Ingrassare negli ultimi 5 anni è un fattore di rischio.

 Consumare almeno una porzione di verdura al giorno è già un fattore protettivo per il tumore al seno rispetto a consumarla saltuariamente e tale protezione aumenta all’aumentare del consumo di porzioni.

 Il consumo di carne rossa è fortemente associato al rischio di tumore al seno e il rischio aumenta al crescere del numero di porzioni consumate.

 Il consumo di carne bianca è associato al rischio di tumore, ma in modo meno rilevante rispetto alla carne rossa.

Il consumo eccessivo di latte e latticini è un fattore di rischio per il carcinoma.

Sarebbe interessante estendere lo studio ad un numero maggiore di casi. Il nostro campione rientra nella fascia selezionata di screening, risulterebbe importante andare a studiare pure le donne escluse dal programma di screening, e quindi con meno di 50 anni, allo scopo di distinguere tra donne fertili e quelle in pre e postmenopausa.

Risultati convincenti in questo campo rafforzerebbero le prove epidemiologiche esistenti e alla fine si potrebbero realizzare delle linee guida, delle strategie per la prevenzione del cancro al seno per le donne.



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Elisun Studio  

Dottoressa Elisa Kosuta

Biologa Nutrizionista

 


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